La bandiera di Spagna va al Porto (Casillas lascia il Real)

Un’altra bandiera del calcio viene ammainata. Iker Casillas, dopo 25 anni, lascia il Real Madrid, direzione Porto. Non un porto – quello da dove partono le navi – ma il Porto, squadra portoghese della città di Porto. Così, tanto per essere chiari.

Piangendo, ha salutato la squadra, la società e tutto l’ambiente del Real. Che uomo! Ora senza Casillas e Ancelotti, mi piacerebbe che il Real facesse la fine del Milan. Ma già so che sarà impossibile. E’ pura fantascienza.

Ma, io Iker lo voglio ricordare in tutto il suo splendore, non perché adesso non splenda più, sia chiaro, è sempre splendente.

Lo voglio ricordare quando alzava coppe con l’eleganza e la frequenza con cui una modella cambia di abito, quando baciava in mondovisione la sua amata giornalista – il mestiere lo avevo azzeccato – o quando posava da super figo sulle copertine dei giornali. Ma sopratutto lo voglio ricordare quando parava l’imparabile sia con la Spagna che con il Real Madrid. Il questi ultimi anni si era un po’ perso e le sue papere sono state pagate care da entrambe le squadre.

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Io e Frey

Il mio cane si chiama, o meglio si chiamava, Frey. Domenica sera se n’è andato (era malato da tempo) e ha lasciato un gran vuoto in casa…

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Ha fatto parte della mia famiglia per 14 anni ed era molto di più che un animale, era un membro a tutti gli effetti. Spesso infatti gli dicevamo: “Frey sono 14 anni che stai con noi e ancora non hai imparato a parlare?“.
Il suo odore, il suo abbaiare e le sue unghie sul pavimento quando girava per casa facevano parte della vita quotidiana. In questi 14 anni non c’è stato un avvenimento al quale lui non abbia partecipato, a suo modo ovviamente. Credo che sia stato l’unico cane al mondo ad aver avuto un nonno. Mio nonno infatti lo veniva a prendere e lo portava a spasso, gli cucinava e lo teneva quando andavamo in vacanza.

Ora vi racconto la scelta del suo nome, perché anche lui ha fatto parte del nostro mondo del calcio.  E’ stato chiamato Frey, come l’ex portiere di Inter, Parma, Fiorentina e Genoa. Sì, avete capito bene, ho chiamato il mio cane come un portiere di calcio, anche se non era proprio un cane da difesa.

Nel 2001, quando arrivò cucciolo a casa, mi ero presa una supercotta per Sebastian Frey. Cotta che mi è rimasta ancora oggi, lo ammetto! Per questo, visto che nella votazione familiare io non ero molto d’accordo dell’arrivo di un cane, ho messo una sorta di veto: voto sì, se lo chiamiamo Frey. La proposta venne accettata.
C’è da dire, che al cane è andata abbastanza bene. Alla fine è un nome carino, corto e non così male (chissà se Frey giocatore la pensa allo stesso modo? Magari un giorno glielo chiederò!).
Gli sarebbe potuta andare molto peggio: pensa se mi fosse piaciuto Taglialatela, Padelli, Paletta o Immobile?! Per lui l’umiliazione al parco sarebbe stata davvero eccessiva. E anche chiamarlo poteva diventare un problema… “Taglialatela vieni”, non sarebbe stato bello da sentire!
Frey comunque ha sempre apprezzato il suo nome… dopotutto non si è mai lamentato! E ora, anche se non c’è più fisicamente, resterà per sempre marchiato nel mio cuore e nella mia pelle.

L'importa della sua zampa che mi sono tatuata due anni fa

L’importa della sua zampa che mi sono tatuata due anni fa

 

Il portiere e l’attaccante: amici… per i capelli (e non solo)

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“Due sportivi due ragazzi per il calcio sono pazzi, son portiere e attaccante… loro vogliono sfondare e campioni diventare per poter così giocare nella squadra nazionale…” 
Oggi ho sfoderato tutta la mia conoscenza musicale abbinata ai cartoon… cioè, ma che citazione (seppur scontata) ho tirato fuori?!

Perché, Genoa-Milan non è solo una partita per un posto nei piani alti della classifica, ma è anche lo scontro-incontro tra Mattia Perin e Stephan El Shaarawy. Il portiere e l’attaccante. Amici da sempre, cresciuti insieme nelle giovanili del Genoa e futuri protagonisti in nazionale (almeno si spera).

Due che dei capelli hanno fatto il loro marchio di fabbrica: la cresta sempre super ingellata di Stephan (non gli si sposta un capello nemmeno dopo 90 minuti di gioco. Ma come fa?! Solo Zanetti faceva meglio) e il taglio da bravo ragazzo con frangia lunga, (“con la quale prende la mira per parare” – parole sue) di Mattia.

I capelli però non rispecchiano la loro personalità: perché da quello che ho letto e dalle interviste rilasciate, il primo è introverso, posato e tranquillo, mentre il secondo è più estroverso e ha quella vena di follia tipica dei portieri. Forse è per questo che sono tanto amici, si completano a vicenda.

Il verdetto della partita?! Il cuore mi direbbe una cosa sola, ma Perin mi sta decisamente simpatico… sarà per il mio debole per i portieri e per quelli con la frangia.
Comunque, Genoa-Milan è la sfida tra Mattia e Stephan: chissà chi vincerà?! Il portiere o l’attaccante? L’estroverso o l’introverso? Il rossoblu o in rossonero? Le mani o i piedi?

 

Noi tifiamo Neuer…

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Noi tifiamo Manuel Neuer. Anche se ha la tipica faccia da ragazzone tedesco in vacanza a Riccione

Noi tifiamo Neuer, perché ho da sempre un debole per i portieri

Noi tifiamo Neuer, perché Messi e Ronaldo, si sono i migliori… bla bla bla, ma basta. Sono come Meryl Streep, ogni volta che fa un film decente la candidano all’Oscar e la fanno vincere. E’ ora di cambiare. Poi quei due non sanno più dove metterli, hanno finito le mensole

Noi tifiamo Neuer, perché prima di lui solo il portiere Lev Jasin ha vinto il Pallone d’oro 

Noi tifiamo Neuer perché, forse forse… potrebbe pure meritarselo

Il Milan compra il portiere del Real Madrid (ma quello brutto!)

Diego Lopez e Iker Casillas

Diego Lopez e Iker Casillas

Al Milan direttamente da (Real) Madrid arriva Diego Lopez. Da non confondere con Diego Luis Lopez ex allenatore del Cagliari: non sono nemmeno parenti (almeno credo!).

Fatto sta che a Madrid c’erano due portieri: uno bello e sexy, l’altro bruttarello. Be’, il Milan chi porta in Italia… quello bruttarello. Almeno speriamo sia bravo!
C’è da dire, per onor di cronaca, che lo scorso anno ha allegramente soffiato il posto al titolare Casillas. Ma il Milan poteva pure fare uno sforzo in più e comprare Casillas…?! E’ un periodo che compra tutte vecchie glorie… a sto giro, che la vecchia gloria aveva il suo perché, punta su un altro? E noooo! Così non si fa!

Se non altro Iker alzava il tasso di ficaggine della squadra, che sta precipitando anno dopo anno… come d’altronde il valore tecnico! Le tifose, visto che il gioco dei rossoneri non è che faccia faville (stando alle amichevoli fin’ora disputate), avrebbero guardato Casillas in tutto il suo splendore. Le abbonate sarebbero aumentate a vista d’occhio. Ma valli a capire questi ingaggi e queste strategie di gioco. In più Iker a Madrid non è che se la passi proprio bene: ogni giorno gli piovono addosso critiche, da ultima quella di Arbeloa.

Vabbé quindi dobbiamo accontentarci di Diego Lopez, che non è nemmeno parente di Massimo Lopez (almeno era simpatico), né di Jennifer Lopez (così poteva insegnare due passi di danza ai compagni). E’ un Diego Lopez qualsiasi…  

Ooh Romero… Romero, le tue mani fanno miracoli!

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Eroe per una notte. Sergio Romero ha catturato l’attenzione del mondo e pure quella di Rihanna, parando due rigori all’Olanda e portando l’Argentina in finale.

Se Rihanna lo ha addocchiato solo ieri, il portiere argentino aveva catturato la mia attenzione già quando giocava con la Sampdoria e parava a destra e sinistra con le sue treccine svolazzanti. Sarà che io ho una vera passione per i portieri, e per questo non mi era sfuggito quando ancora era quasi uno sconosciuto.
Oggi tutti esaltano la sua bravura e il suo fascino sudamericano, stimolando l’euforia degli uomini (in particolare argentini) e l’ormone delle donne (di tutto il mondo)! Ooh Romero… Romero! Le tue mani fanno miracoli…

Romero entra di diritto nella lista del premio: “ma chi è quello?!” I belli e poco conosciuti (prima) di questo Mondiale…

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Iker, io ti ricorderò sempre così…

Spain's captain Iker Casillas lifts the World Cup trophy after arriving at Madrid's Barajas airport

Con il cuore spezzato scrivo questo post. Anche i migliori possono sbagliare… e quando lo fanno, lo fanno alla grande! Iker Casillas ieri, contro l’Olanda, non si è fatto mancare nulla tra il repertorio di papere che un portiere può fare: uscita a vuoto, pasticcio coi piedi e posizione in porta non perfetta. Lui da campione, o ex campione, le ha fatte tutte in una partita. Un concentrato di gaffe da far rabbrividire anche al suo più grande fan, ma c’è da dire che la difesa non lo ha certo aiutato. Piqué e Sergio Ramos sembravano la brutta copia di Mexes e Zapata (e questo la dice lunga).

Ma, io Iker lo voglio ricordare in tutto il suo splendore: quando alzava coppe con l’eleganza e la frequenza con cui una modella cambia di abito, quando baciava in mondovisione la sua amata o quando posava da superfigo sulle copertine dei giornali. Ma sopratutto lo voglio ricordare quando parata l’imparabile sia con la Spagna che con il Real Madrid.
Ma che ti succede Iker?! Dove sei finito? Dov’è finito il campione che mi ha fatto spendere dei soldi per comprare la maglia… pure originale?! Già, nella finale di Champions l’unica cosa se sei riuscito a tenere tra le mani è stata la coppa… ma perché? Il piccolo Martin non ti fa dormire? Spiegaci…
Comunque, parate o non parate (alla fine giochi in squadre che non ho mai tifato) resterai sempre nel mio cuore!

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I portieri finiscono per consonante…

Una cosa ho capito in questi giorni: se vuoi essere un bravo portiere in Italia devi avere il cognome senza la vocale finale. Questa è una prerogativa fondamentale, altro che talento, allenamenti, preparazione atletica e fortuna. Il tuo cognome deve finire per consonante, è facile da dimostrare: Zoff, Buffon, De Sanctis, Perin e da ultimo Scuffet.

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Dino Zoff

Mattia Perin

Mattia Perin

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Gianluigi Buffon

Morgan De Sanctis

Morgan De Sanctis

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  Simone Scuffet