Sono passati 10 anni

Sono passati 10 anni da quando ho aperto questo blog. Era novembre 2013, un periodo di stallo lavorativo e così ho deciso di buttarmi nel mondo nei blog, all’epoca sconosciuto. Non è che oggi lo conosca meglio, s’intende! Comunque, devo dire che mi sono divertita in questa realtà virtuale, almeno per qualche anno.

Mi piacerebbe scrivere qui con costanza, proprio come facevo una volta, ma ora il tempo, e la voglia, sono scarsi. In più, non è che sia particolarmente invogliata dal calcio italiano, tra Milan e Italia sono più le amarezze che le gioie. Potrei usare questo spazio magari per parlare d’altro, forse un giorno lo farò. Non oggi!

Oggi mi limito a festeggiare, e a ricordare, questi 10 anni, che sono volati… sembra ieri quando tagliavo il nastro dell’inaugurazione che è poi avvenuta nel gennaio del 2014.

Ci tengo molto a questo spazio – e vorrei curarlo di più e meglio – perché mi ha fatto compagnia per diverso tempo, è stato un vero rifugio e un bar dello sport virtuale di prim’ordine.

Indimenticabili le infinite chiacchiere con tutta la gente che passava di qua e lasciava il suo commento calcistico e non solo. Si parlava di tutto! Vi ricordate?!

Abbiamo visto insieme Europei, Mondiali (giocati persino dall’Italia), scudetti (della Juve), finali di Champions League (perse dalla Juve), il Milan a picco (molto peggio di ora), l’Inter che si barcamenava e poi infilava uno scudetto, promozioni e retrocessioni. Un sacco di cose.

Va bè, che dire… per ora vi saluto e speriamo di risentirci presto su questi schermi.

E sempre forza Milan! (ora più che mai).

Invece del calcio, non potevo seguire le freccette?!

È tanto tempo che non aggiorno il blog, lo so! Potete tranquillamente sgridarmi, se volete. Ovviamente con moderazione. Continuo comunque a seguire il calcio, anche se ultimamente ho pensato spesso a: “Ma chi me lo fa fare? Perché non mi butto sul giardinaggio, sulle freccette o sulla scrittura di poesie”. Sicuramente mi arrabbierei molto meno. Ma non è detto.

Il soggetto che crea i miei malumori calcistici – chi mi legge da un po’ lo sa bene – è il Milan. E in questi giorni me ne ha creati decisamente parecchi. Fuori dalla semifinale di Champions League, ché ci può tranquillamente stare, vedi bene, ma non in quel modo; non giocando in quella maniera e facendo una brutta figura in mondo visione. “Oltre 135 paesi collegati” ripeteva il telecronista. Dai, facciamola in grande questa figura di merda! E in più contro l’Inter. Lo avrei meglio sopportato se la sconfitta fosse venuta per piede di qualsiasi altra squadra. Ma non l’Inter.

Ma non è finita. Ora il Milan rischia anche di non qualificarsi nemmeno alla prossima. Tante sono le varianti. Se, e quanti, punti levano alla Juve, se la Roma che vince l’Europa League e se riesce a fare punti in queste ultime partite, per niente scontati.

Come da tradizione ci sono stati gli sfottò, che hanno fatto riapparire anche i compagni delle elementari… non mi venite a dire che il calcio non unisce. Anzi, riunisce.

“Agnè, come stai? Milan a parte, ovviamente”

“Dopo il 2-0 si poteva tranquillamente andare a letto. Capisco che avevate la testa alla Spezia”. (Anche lì, bella prestazione).

“Ti sei ripresa?” (Mi sono ripresa da Istanbul 2005, questo che sarà mai).

Ecco, è stato tutto un susseguirsi di frasi di questo genere. E pensare che solo un anno fa il Milan il 22 maggio diventava Campione d’Italia. Oggi, con gli stessi giocatori, è un miracolo se arriva quinto. Vabbè, oramai questa stagione è andata, si tira una linea e si pensa alla prossima. Ovviamente prima c’è da sperare nella vittoria del City e della Fiorentina, altrimenti quelli poi chi li tiene. Nemmeno ci voglio pensare.

Ah, in tutto questo stasera il Perugia si gioca la permanenza in serie B.

Sono nata per soffrire! Quasi quasi scrivo una poesia.      

Si entra in clima derby

È venerdì pomeriggio. Ho appena finito di lavorare, quindi inizia ufficialmente il weekend del derby. Certo, vivere Milan-Inter a distanza non ha lo stesso sapore che viverla a Milano – questo è un rammarico che tante volte ho ribadito. Ma è così. Non per questo sento di meno la partita. Non voglio fare pronostici e non voglio esprimere speranze di risultato, voglio semplicemente aspettare domenica sera e da tifosa divertirmi al massimo, anche stando seduta sul divano di casa, anche stando a 500 chilometri di distanza. Il mio cuore sarà lì. Ammazza quanto sono sentimentale oggi! Voglio vedere una balla gara, giocata bene.

Non è una partita come tutte le altre, è una partita che esula del resto del campionato e vincerla è importantissimo! Se non altro per gli sfottò con gli amici interisti che andrebbero a -10. Comincia a fare freschino, eh?!

In più devo ammettere che almeno le premesse fanno scendere in campo il Milan alla pari dell’Inter, se la può giocare tranquillamente, cosa che non succedeva… boh, da quanto? 15 anni? C’è comunque una certezza, una delle due squadre dopo la partita sarà terza in campionato, è non sarà il Milan.

Va bene, inizio a documentarmi nei social e nei vari giornali per curiosare e per entrare al meglio nel clima adatto!

Buon derby a tutti… soprattutto ai milanisti!

Il fattore C del Milan (non è quello che pensate)

Il Milan ha due volti o meglio due C. La C di Campionato e la C di Champions League: secondo in classifica nel primo caso, ultimo con 0 punti nel secondo. La sola costante è che – va detto per onor di cronaca – è una squadra che diverte veder giocare, pure quando ha perso contro il Liverpool e l’Atletico Madrid ha disputato due partite entusiasmanti (risultati a parte), l’anima e l’impegno sono state palpabili e contagiose. C’è stata persino l’illusione di un colpaccio. Anni addietro sarebbe stato impensabile, basta ricordare (io non lo voglio fare!) a come giocava. Ora, quando ci sono le partite non è una costante sofferenza e la speranza di un risultato positivo è decisamente più concreta. Non si inizia una gara con: “speriamo bene!“. Si gioca. Punto. Non è solo una rassegnazione già dalla partenza.

Due C come Cip e Ciop

In campionato sembra tutto girare bene e si può giocare la competizione con le altre sorelle, ma è bene restare con i piedi per terra perché la strada ancora è lunga. Discorso diverso in Champions, dove fatica e tanto. Per inesperienza, per errori, perché le altre squadre sono oggettivamente più forti o per interventi arbitrali sbagliati, il Milan non ha fatto un solo punto nel girone di andata. Col Porto poi – la più accessibile delle tre – non ha mai tirato in porta, ha sbagliato tanti passaggi, tante azioni di gioco… insomma, una brutta partita. Ci sono i numerosi infortuni (un piccolo alibi), il fallo non fischiato sull’azione del gol, ma con i se non si vincono le gare, men che meno la Champions League. Certo, la terza C – intesa come culo (scusate se a volte parlo francese) – serve sempre, nello sport come nella vita. Ma non siamo qui per filosofeggiare.

In questi mesi mi sto divertendo a guardare il Milan ed erano anni che non mi accadeva. Vada come vada, almeno si passa una piacevole stagione calcistica. Poi se ci scappa qualche trofeo meglio ancora. Ma non vogliamo illusioni e sogni troppo arditi. Parola d’ordine: volare basso. Ovviamente in Italia, perché in Europa più basso mi sembra difficile!

Quelle emozioni che mi mancano molto!

Che dire della partita di ieri sera: EPICA! Davide che sconfigge Golia, la rivincita di chi non ha nulla da perdere, l’impegno, il cuore e la volontà che – a volte – ripagano. Non sempre il bravo, quello considerato migliore ottiene quello che vuole. Non sempre la bella di turno si accaparra il principe. Roma-Barcellona per me è tutto questo. Un’iniezione di ottimismo e speranza, per me e per tutti.

La partita l’ho vista a pezzi. Ora vi spiego: quando mi sono sintonizzata la Roma già vinceva 1-0, ho visto la fine del primo tempo e poi mi sono messa a fare altro. Ho sbirciato di nuovo e il risultato era 2-0, a quel punto per scaramanzia non l’ho guardata. Oh, io un po’ ci credo a queste cose! Per questo sono tornata alle mie faccende, ma la curiosità era tanta, quindi ho rimesso Canale 5 e, voilà 3-0! A quel punto mancavano pochi minuti, quindi mi sono goduta il finale. Poi mi sono goduta i festeggiamenti della mia amica romanista Cippy che stranamente non si era fatta sentire durante la gara… poi però si è scatenata! E vuoi ben vedere…

A lei e a tutti i tifosi romanisti ieri, ma anche oggi, li ho invidiati molto: non tanto per la semifinale di Champions conquistata, ma per aver potuto vivere questi momenti, queste emozioni. A me, da tifosa, mancano molto.

L’attesa per la gara, la speranza, l’ansia, la gioia, l’entusiasmo, la vittoria, il batticuore… Ecco, tutto questo è il motivo per cui amo tanto questo sport. L’emozione che il calcio regala, che va oltre le chiacchiere e le discussioni. Uno sport capace di dividere, ma anche di unire. Quello che ha fatto la Roma è stato quello che avrebbe dovuto fare la Nazionale, unire tutti sotto un’unica bandiera, tifare tutti per una squadra – scommetto che anche i laziali lo hanno fatto, in fondo – e farci apprezzare il calcio nostrano, che in fin dei conti non è da buttare come alcuni dicono. Per me quello italiano è ancora il campionato più bello del mondo… forse pari a quello inglese.

Questa sera tocca alla Juventus e… sarà per la primavera nell’aria, sarà che la Roma ha portato entusiasmo, sarà che ‘ste squadre spagnole hanno decisamente rotto, ma tiferò per lei. Ma non ditelo ai miei amici juventini.

A grande richiesta

Vi manco, eh? Avoja se vi manco… Ho ricevuto decine e decine di messaggi che invocano il mio ritorno. Vabbé, non erano decine, ma qualcuno si, per questo eccomi qua. Lo faccio per voi, come “celebri statisti” lo hanno fatto per il popolo.

Voi magari avete pensato che ho latitato nello scrivere, perché ho il cuore spezzato dal Milan e che mi sono nascosta, a piangere nella mia cameretta, dopo una campagna acquisti da Champions e una squadra da lotta salvezza? Non è assolutamente così: vi pare che mi nascondo perché il Milan ha perso tutte le partite con le prime sei squadre del campionato? Oppure perché non tira mai in porta, gioca solo in orizzontale e non entra mai in area?  Vi ricordo – per chi si fosse distratto – che stavo parlando del Milan e non del Benevento.

Io quest’estate non mi ero illusa, sappiatelo. Sono una donna razionale e pratica. E come dice sempre un mio amico: “I cavalli si vedono al traguardo“, quindi da questo Milan non mi aspettavo niente. Nemmeno ad agosto. Magari non mi aspettavo di fare ‘ste figure barbine, quello sì. Resta comunque il fatto, che sono disperata, anche per le voci extracalcistiche.

In fondo la vivo bene

Dalla Nazionale, invece mi aspettavo qualcosa di più, ma d’altronde non si può pensare di essere promossi studiando solo gli ultimi giorni. Dopo l’eliminazione chiunque ho incontrato (che conosce la mia passione calcistica) mi ha chiesto: “Angè, ma ‘st’Italia?”

‘St’Italia, che vuoi che dica, ha giocato male ed è giusto aver fatto questa fine. Mi dispiace solo per i soldi che i Mondiali fanno entrare e fanno muovere nel Paese. “Quello che non uccide, fortifica”. Come diceva il buon Tiziano Ferro.

Infine, due parole sul Perugia, la squadra della mia città, che domenica gioca il derby. Problemi all’interno della squadra, si vocifera di corna e tradimenti coniugali, l’hanno fatto precipitare in fondo alla classifica. Bene, direi.

Insomma, comincio a pensare che il calcio non fa più per me. Ricevo più sberle che carezze. E se cambiassi sport? Potrei iniziare a seguire il cricket e aprire un blog dal nome “Colpo di mazza”. Secondo me, mi diverto di più!

Ammazza che mazza

Ricominciamo

Stasera si ricomincia ufficialmente. L’astinenza calcistica è finita! Dall’Europeo Under 21 non più visto una partita di calcio. Ho seguito qua e là qualche amichevole, ma poca roba… ammetto che il calcio estivo mi annoia. Io voglio il brivido, l’ansia e l’adrenalina. Mi deve bollire il sangue, senno niente.

foto_milan

Cambio di stagione: ho tirato fuori la maglia

Le amichevoli non fanno per me. Sono un po’ come la birra analcolica e il caffè senza caffeina. Hanno poco senso. Invece, questa sera si gioca sul serio: preliminari di Europa League, Craiova-Milan. Un primo test per vedere, se davvero questa squadra ha delle potenzialità o se, anche quest’anno, ci aspetta un altro anno di purgatorio. Io comunque, sentendo anche amici milanisti, tengo un profilo basso… i cavalli si vedono al traguardo! Nessuna esaltazione post-mercato. Si gode dentro e in silenzio.

Ottimi acquisti, nemmeno un parametro zero e tanta speranza, questo almeno sulla carta… ma ora bisogna vedere sul campo.

… e intanto stasera si ricomincia!  

Tifosi contro (la propria squadra)

Guardando queste ultime giornate di campionato e discutendo con l’amica blogger Cippy, ho elaborato un fine quesito: Tiferesti mai contro la tua squadra se la sua sconfitta portasse anche alla perdita – di scudetto o posto goloso in classifica – della squadra che “odi” di più?

Io lo farei, magari con moderazione e se la sconfitta per la mia squadra fosse ininfluente. Ammetto che un po’ di gusto lo proverei. Non ho tifato Lazio quel famoso 5 maggio 2002, ma ammetto di aver goduto un po’ nel vedere Ronaldo disperato in panchina. Non ho proprio tifato contro, ma non avrei gioito se l’Italia di Conte avesse vinto l’Europeo…

Certo, i laziali nella gara del 2 maggio 2010 hanno decisamente esagerato: hanno tifato Inter spudoratamente e incitato la sconfitta della loro squadra, pur di far perdere lo scudetto alla Roma.

Insomma, voi lo fareste? Tifereste mai contro la vostra squadra?

La sottile linea rossa tra amore e tifo

Si può festeggiare la vittoria di una squadra avversaria (e anche antipatica) solo per amore del partner? Si può andare in piazza a sventolare bandiera e sciarpa di una squadra che proprio non si sopporta solo per far contento il tuo lui/lei? Quand’è che il tifo non può superare l’amore? O meglio: l’amore può oscurare il tifo?

A me non è mai capitato, ma forse, lo potrei fare solo per quadre “simpatiche” o non propriamente dal pedigree vincente. Ché so, una Fiorentina, una Roma, un Torino, un Cagliari o Napoli… insomma mai per Inter, Juve, Lazio, Atalanta o Ternana.

Rapunzel-Tangled tifosi

…e ora festeggi con me!

Voi lo fareste? Per amore si festeggia anche la Juve? (un esempio a caso)

Juve in finale di Champions… mica devo tifarla perché è italiana!

Chi segue il calcio, chi tifa calcio o chi mastica calcio – come direbbe una nota pubblicità – si sarà sentito dire, almeno una volta: “In Europa si tifano le squadre italiane!”, “Se non tifi le italiane non sei sportiva!”. Ok, non sono sportiva, mai ho preteso di esserlo.

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Inoltre, se mangi giapponese, vesti cinese, guidi un’auto tedesca e bevi la coca cola… non venirmi a dire di tifare per le italiane nelle coppe europee. Quindi dovrei essere d’accordo con Salvini solo perché è italiano?

Avrei potuto fare un’eccezione per tutte le altre squadre italiane, ma per la Juventus, no. Non se ne parla. Dite quello che volete. Certo, la presenza del Real Madrid non aiuta a simpatizzare per l’avversario, è quasi uno scontro tra chi, tra le due, mi sta più sulle balle…

Voglio sapere da voi, chi fa il tifo per le squadre italiane in Champions?