Ci sono domande che nella vita non credevi mai di dover sentire… ci sono domande che ti lasciano a bocca aperta… ci sono domande che ti fanno salire più urto di una zanzara di notte.
Queste sono quelle che ho scelto dal mio campionario… ovviamente si riferiscono al calcio:
– “Quali sono i nostri?” Ma che vuol dire “i nostri”? Questa è una domanda che non sopporto… ma poi i nostri di chi? Casomai i miei: fino a due secondi fa non sapevi nemmeno il colore delle maglie…
– “Ma quel è Messi?”. Ok, non dico di riconoscere Padoin o Palladino… ma almeno Messi? Che diamine… vuol dire che non apri un giornale dal 1995.
– “Ma perché gli basta il pareggio? Col pareggio chi passa il turno?” Le spiegazioni sulle regole di gioco durante una partita, soprattutto se la partita è nel vivo e se le spiegazioni richiedono più di un monosillabo, dovrebbero essere vietate con un decreto legge. Ora propongo un bonus a Renzi.
– “Oggi a pranzo parlavano di Marchisio… ma chi è?” Cioè, nemmeno Marchisio? Non dico di conoscerlo per le doti calcistiche, ma almeno per quelle fisiche – e non intendo corsa, stop di petto e tiro – ma occhi, culo e bocca.
– Ma la domanda migliore, che resterà nella storia e che non dimenticherò mai è: “Ma perché lo chiamano Zlatan?”, (riferito a Ibrahimovic), “Perché è il suo nome”, “Ah, pensavo fosse un soprannome!”.
Sarei curiosa di sapere se anche a voi hanno mai rivolto domande così… non solo riferite al calcio!