Io esulto così…

Stjarnan

Le acrobazie dello Stjarnan

L’Inter ha pescato lo Stjarnan nei playoff di Europa League. Un sorteggio fortunato per i nerazzurri che dovranno affrontare un avversario tutt’altro che impegnativo. Gli islandesi sono certo una grande squadra ma sono diventati famosi per le loro strambe esultanze (se siete curiosi date un occhio al video qui sotto). Delle vere o proprie coreografie degne del miglior Garrison di “Amici”, alternate a numeri da mimo di altri tempi.

Ma gli islandesi non sono gli unici a intrattenere il pubblico calcistico con balletti, salti e mosse strane, da mettere in scena dopo un gol. Ho pensato di dividere le esultanze in categorie.

UN GESTO E’ PER SEMPRE

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Chi non ricorda la mitraglia di Batistuta, l’atto sessuale di Cristiano Lucarelli, l’orecchio di Toni, la lingua di Del Piero, il violino di Gilardino, il dito in bocca di Totti e l’aeroplanino di Montella. Dopo ogni gol… sempre lo stesso gesto!

URLA CHE TI PASSA…

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L’urlo simbolo del calcio italiano è quello di Marco Tardelli, ma come non ricordare l’urlo alla telecamera di Maradona.

A PASSO DI DANZA

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Nei campi della Premier League, Peter Crouch spesso ballava la robodance dopo aver segnato un gol, così come Henry, quando giocava nell’Arsenal, deliziava il pubblico con particolari passi di danza.  Ci sono anche i balletti di Cuadrado e dei colombiani, quelli di Drogba o quello del camerunense Roger Milla: talmente divertente che venne usato per uno spot della Coca Cola.

TUTTI AL CIRCO

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Ci sono i giocatori che per festeggiare danno sfoggio della propria elasticità come Oba Oba Martins, Nani e Klose che festeggiano facendo capriole e piroette.  In pratica degli acrobati mancati…

COREOGRAFIA DI GRUPPO

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Oltre ai già citati giocatori dello Stjarnan (veri fuoriclasse nelle esultanze), c’è il mitico trenino del Bari anni 90 e l’esultanza con tuffo sincronizzato fatta dal Napoli per festeggiare un pareggio in Europa League.

IO FESTEGGIO DA SOLO

I re delle esultanze solitarie sono Balotelli, Ibrahimovic e Cristiano Ronaldo: il loro egocentrismo non ha limiti e non gli interessa affatto coinvolgere i compagni di squadra.

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Baciami piccino!

I segreti di Brokeback Mountain in salsa calcistica. Il bacio tra Ivan Rakitic e Daniel Carrico, dopo la vittoria dell’Europa League, ha fatto discutere: ma perché? Perché avviene in un mondo, quello del calcio, dove la tolleranza per gli omosessuali è ancora lontana? O perché un bacio tra due uomini, che sia scherzoso o dettato dalla passione e dalla foga del momento, in qualsiasi luogo avvenga fa ancora sbarrare gli occhi?

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Il campo di calcio però ha dei precedenti illustri in fatto di baci ed effusioni tra calciatori: quello tra Rakitic e Carrico non è certo il primo, e non sarà l’ultimo. Spesso i calciatori presi dall’entusiasmo per un gol o per una vittoria si sono lasciati andare a esultanze particolari. Ecco le più famose.

Gary Neville e Paul Scholes hanno festeggiato nel 2010 la vittoria del Manchester United contro il City baciandosi in mezzo al campo. Andando ancora più indietro nel tempo c’è il bacio dopo un gol tra Diego Maradona e Claudio Caniggia quando giocavano nel Boca Juniors e quello tra Xabi Alonso e Gerrard ai tempi del Liverpool, una passione improvvisa!

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Poi c’è stato il bacio sul collo che Sergio Ramos ha dato a Cristiano Ronaldo… e chi può biasimarlo! E quello sulla testa che Blanc diede a Barthez durante una partita della Francia.

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Ma le effusioni più chiacchierate sono state quelle tra Piqué e Ibrahimovic. Qui diciamo che l’entusiasmo per una vittoria era lontano, ma i due si accarezzavano come due liceali nel parcheggio della scuola. In Italia è stato solo registrato un bacio tra Vargas e Spinesi dopo un gol durante una partita del Catania… siamo ancora dei dilettanti!

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Insomma, tutti non volevano più tranquillità e rispetto negli stadi?! Be’, questo potrebbe essere un primo passo. L’unico rammarico è che fanno tutto da soli. Ma perché non coinvolgono le spettatrici!?

 

Ma come vi siete vestiti?!

Oggi mi sono svegliata con lo stesso spirito critico e fashion di Enzo Miccio. Sì, oggi voglio essere Enzo Miccio! Per questo ho deciso di scatenarmi contro alcuni calciatori che hanno avuto il coraggio (perché questo è puro coraggio) di presentarsi in pubblico in un modo a dir poco indecente. E per questo gli voglio urlare: “Ma come vi vestite?!”, o meglio “Dove avete lasciato la vostra virilità?!” sempre che ne abbiano mai avuta una. Questi capi, infatti, tutto fanno pensare, meno che allo stereotipo del calciatore o all’uomo che non deve chiedere mai… La virilità l’hanno lasciata tutta nel campo da gioco! Mah!

Gervinho

Ma andiamo con ordine. La scorsa settimana il web è impazzito per le scarpe di Gervinho: più che il web io pensavo che a impazzire fosse stato lo stesso Gervinho, presentandosi in pubblico con delle scarpe del genere. Non erano da donna, erano più da nonna. Le scarpe con le quali mia nonna andava alla messa la domenica. Non si possono vedere su una donna, figuriamoci su un uomo.
Questa visione mi ha poi illuminato e riportato alla mente capi d’abbigliamento improponibili, che altri giocatori hanno indossato nel corso degli anni.

cristiano-ronaldo-shorts-1- Chi non ricorda Cristiano Ronaldo in versione Barbie Malibu: shorts e abbronzatura da far invidia a una diciottenne californiana. Ronaldo… così non ti si può guardare!

ibrahimovic_2_getty E che dire di Ibrahimovic vestito come una pallavolista anni 80. Io penso: sai di indossare una robina del genere sotto, abbi  almeno la decenza di non spogliarti in campo!

mexes Non posso poi non citare Mexes stile Candy Candy. E io che pensavo che l’unico rosa che un uomo potesse sopportare fosse quello della Gazzetta dello Sport… Il difensore del Milan invece lo abbina ton sur ton. Complimenti!

Infine, ci sono i leggings e la gonna-pantalone indossati con disinvoltura da Boateng e il cappotto con le piume svolazzanti di Balotelli. E dire che questi due sprizzano testosterone da ogni poro…

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Ma io che ne posso sapere… questa è moda e io sono una Enzo Miccio solo da un giorno!

 

 

Per la Nike tutti fenomeni, tranne Pirlo che viene preso a pallonate in faccia…

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Otto milioni di persone hanno già visto il nuovo spot della Nike pre-mondiale. Tante superstar del calcio protagoniste: da Ronaldo a Neymar, da Ibra a Iniesta, fino a Ronney, Higuain e Pirlo, che rappresenta l’Italia. Ecco, proprio su Pirlo vorrei spendere due parole, sottolineando la non proprio bellissima figura che fa nello spot. Tutti i campioni giocano, tirano e fanno numeri di calcio fantastici… Pirlo, invece, finisce in barriera e si prende una pallonata in faccia su una punizione di Ibra. Fantastico! Qualcosa vorrà pure dire…

L’Italia oramai nel calcio internazionale è rappresentata da Pirlo, che viene preso a pallonate… Ora che c’erano potevano anche insultarlo e sputargli…

Perché lo chiamano Zlatan?!

 

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– Perché lo chiamano Zlatan? (riferito a Ibrahimovic)

Perché è il suo nome…

Ah, non lo sapevo, pensavo fosse un soprannome!

Ecco, quando ti accorgi di aver dovuto fare questa conversazione, capisci che quel poco di calcio che cerchi d’insegnare a chi ti sta intorno non sarà mai sufficiente. Capisci, che chi non ama il calcio e non lo segue, non lo amerà nemmeno se tu gliene parli ogni giorno. Nemmeno se gli insegni i nomi dei calciatori o se cerchi di spiegare le regole.
Arriverà sempre un giorno in cui ti faranno una domanda del genere e il tuo fallimento sarà evidente, come quando hai dovuto spiegare chi era Messi tra gli undici in campo. 

Vedi bene, non è che tutti devono essere aggiornati sui giocatori e guardare ogni giorno le partite di calcio, ci mancherebbe, ma un minimo… soprattutto per chi vive in una casa dove si parla regolarmente di pallone e dove si tifa una squadra in cui Ibrahimovic ha giocato. Insomma, è come chiedere perché a Scorsese lo chiamano Martin o qual è Brad Pitt tra gli attori in scena.. 

Ora spero che il mio bloggare sul calcio possa almeno colmare le lacune di chi mi sta intorno… non chiedo altro!