Il tifoso occasionale… il tifoso della Nazionale

Da stasera fino al 20 giugno – come minimo – prenderà vita una razza di persone che proprio non sopporto: il tifoso occasionale, un esemplare di tifoso che spunta ogni 2 anni tra Mondiali ed Europei.

È un personaggio degno di studio che, improvvisamente, per un mese circa si trasforma in un piccolo ultrà. Uno che per il resto dei giorni non segue il calcio, non sa nulla di calcio, ne parla come se fosse il più grande male del mondo e soprattutto ti guarda storto quando lo fai tu.

Eh, ma la Nazionale… quella si guarda, si tifa! (Argomenta).

Commenta pure, si compra persino la maglia e vuol organizzare serate di calcio: “Dài, guardiamo la partita tutti insieme?” Ma perché?! Per passare 90 minuti a spiegarti ogni cosa, per sentire i tuoi urli fuori luogo per azioni che non capisci nemmeno.

“NOO Verratti!!” (Perché lo hai sentito dalla telecronaca). “Senti, ma chi è Verratti?!” Ecco, appunto.

Oppure: “Ma questo dev’è che gioca?” (Ma che te ne frega… che conosci Totti solo perché è il marito di Ilary Blasi).

I più insopportabili a mio avviso sono quelli che dicono: “Eh, però abbiamo giocato male!”

Già il verbo abbiamo mi urta i nervi. Abbiamo chi? Casomai loro. Tu eri sul divano a capire se il portiere è quello coi guanti.

“Ma dico abbiamo per coinvolgimento patriottico”. (Ma fammi il piacere… ché pensi che Immobile sia un aggettivo). E poi, dall’alto della tua esperienza calcistica, su che basi dici che abbiamo giocato male? Mi ero persa il tuo corso di allenatore a Coverciano.

Per ora mi fermo qui, non vorrei inimicarmi troppe persone. Comunque, nel corso di Euro2020 tornerò sull’argomento… mi sta veramente a cuore.

Buon Europeo a tutti!

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Il mio rapporto difficile con la Nazionale

Lo ammetto: non sono una fan sfegatata della Nazionale italiana. Soprattutto dopo il 2006. Non c’è stata una squadra che mi ha convinto e fatto tifare con entusiasmo. Forse un po’ l’Italia di Prandelli nell’Europeo del 2012 con Mario Balotelli in attacco. Per il resto, poca roba.

Io sono una tifosa di calcio tutto l’anno, non solo quando gioca la Nazionale, come la maggior parte dei tifosi occasionali: una razza che odio decisamente! Come più volte ho ribadito. Inoltre se ho passato tutto l’anno a “odiare” Chiellini… non ce la faccio a farlo diventare il mio idolo solo perché indossa la maglia azzurra. Mi successe la stessa cosa nel 2002 con Del Piero.

L’Italia di Conte l’ho proprio schifata, quella di Ventura… lasciamo stare! Evitiamo di ricordare.

Quella che si accinge a giocare Euro 2020 non la sento mia. Non c’è un giocatore che stimo particolarmente. Non c’è un giocatore che la rappresenta. Un leader indiscusso pronto a trascinare la squadra, a mettersela sulle spalle – come dicono quelli bravi.

Foto ufficiale della FIGC, presa via Twitter

Non è l’Italia di Paolo Rossi

Non è l’Italia di Toto Schillaci

Non è l’Italia di Roberto Baggio

Non è l’Italia di Totti e Del Piero

E’ una squadra, secondo la mia modesta opinione di gregari… potrebbe (e me lo auguro) diventare l’Italia di Nicolò Barella o di Marco Verratti. Staremo a vedere!

Per ora è l’Italia di Roberto Mancini.

Comunque, aspetto l’inizio degli Europei con curiosità, ma non certo in trepidante attesa. Va be’ per entrare in clima, vado a ricercare nell’armadio l’unica maglia azzurra che ho. E’ di Balotelli (perdonatemi). L’ho comprata nel 2014 quando contavo molto su di lui.

Avevo scritto pure un post su questa maglia https://colpoditacco.me/2014/06/06/alcuni-giocatori-non-li-trovi-nemmeno-sulle-bancarelle/

Una strana settimana di calcio

Questa settimana – calcisticamente parlano – è stata veramente assurda. Potremmo dire: “ricca di colpi di scena“. Dopo la serata fantastica di domenica – dove per l’ansia durante Atalanta-Milan mi sono mangiata tutte le unghie che faticosamente avevo fatto ricrescere (Milan in Champions dopo 7 anni e Juve quarta e sotto i rossoneri, non accadeva da un decennio) – lunedì ci siamo svegliati con Gigio Donnarumma che faceva le bizze e con un nuovo portiere, Mike Maignan, in arrivo dalla Francia. Così, senza nemmeno un accenno prima, una parola di preavviso. Nulla. Ma Paolo – figlio di Cesare – Maldini già tutto sapeva e non si è fatto circuire da Raiola e ha allegramente mandato Gigio affa…re il portiere da un’altra parte. Ciao, Gigio… ora trovati una squadra che sta alle tue condizioni!

Martedì è stato il giorno di Antonio Conte che con i suoi bei capelli ha lasciato l’Inter da campione d’Italia, ma l’ha pur sempre lasciata. Questione di soldi! “Più che un ciclo erano solo delle perdite” (come ho letto su Twitter).

Fatto sta che l’Inter mercoledì si è svegliata senza allenatore. Quel giorno, oltre alla finale di Europa League vinta grazie a un portiere che ha fatto tutto da solo, segnato e parato; è iniziato il valzer delle panchine e il toto nome post Conte. Si vociferata anche di un certo Mario Draghi, ma non credo che se ne farà nulla. Così è iniziata a circolare la voce di Simone Inzaghi, che sembrava avesse rinnovato con la Lazio ma poi – improvvisamente – si è liberato. Comunque attendiamo conferme. Quanto vorrei essere in questo momento nell’ufficio di Lotito.

Si è così arrivati a giovedì che ha regalato il ritorno di Max Allegri alla Juve e l’addio di Andrea Pirlo e della sua Pirlolandia, che è durata poco più della Superlega.

Oggi (venerdì) è il giorno di Allegri che, dopo essere stato mandato via come un cane rognoso, viene annunciato ufficialmente sulla panchina bianconera: si vede che ora i risultati contano più del bel gioco! Vediamo se ‘sta minestra riscaldata sarà più saporita. In più, Juric nel giro di 12 ore ha lascito il Verona alla volta di Torino, sponda Toro.

Domani, poi cosa ci aspetterà oltre alla finale di Champions League? Attendo fiduciosa qualche novità.

Il settimo giorno poi ci si riposa, o sbaglio?

I campioni d’inverno senza portafoglio

Bastava fare un normale compitino, battere il Cagliari. Una squadra che fino alle 17 rischiava la B ma che poi, grazie alla brigata di Serse Cosmi (sempre sia lodato!), era magicamente salva. Insomma, non proprio il Bayern Monaco! E invece per rendere la vita dei suoi tifosi sempre frizzantina, il Milan ha deciso di farsela sotto e di uscire da San Siro con un bello 0-0. Ed è andata pure bene, viste le due paratone di Gigione, il portierone.

La colpa è solo del Milan: i tifosi che se la prendono col Cagliari, si meritano il quinto posto… magari se la potrebbero prendere un po’ con l’Inter che non ha battuto la Juventus (prendersela con l’Inter ci sta sempre bene!)

Colpa dell’arbitro, dei rigori fantasma, colpa dei nerazzurri che hanno giocato stile amichevole estiva, ché poi stano perché quelle l’Inter le vince sempre. Fatto sta che il Milan doveva vincere. Punto. Senza se e senza ma. Il Cagliari si poteva battare e si doveva battere.

Se penso a come sono andata a letto ieri sera e a come ci sono andata domenica scorsa… mi sembra di tifare per due squadre diverse. Che amarezza!

Ora domenica serve l’impresa con l’Atalanta – come dicono alla tv – e una vittoria difficilissima… e pensare che il Milan era campione d’inverno e ora rischia seriamente il quinto posto. I bergamaschi – gemellati con la Ternana, per farvi capire la mia simpatia nei loro confronti – certo non vorranno lasciare il secondo posto e quindi sarà battaglia vera. Una finale. Anche solo per vendicare la gara d’andata.

Se andasse male, sarebbe veramente una delusione, perché in un piccolo passo in avanti ci avevo creduto e con me, anche gli altri tifosi! Però se va bene… oddio che goduria sarebbe. Incrociamo tutto, speriamo e tifiamo.

Secondo ogni più rosea aspettativa

Alzi la mano – sto parlando coi tifosi del Milan – chi non ha pensato dopo il rigore sbagliato da Kessie: “Ecco, ora ce ne fanno 3”. Passare dello 0-1 al 2-1 sarebbe stato un attimo. Invece non è andata così. Il Milan ha tenuto botta, non si è fatto abbattere dall’errore e ha vinto la partita. Va detto per onor di cronaca che la Juve non ha fatto chissà che partita: praticamente non ha quasi mai tirato in porta e l’arbitro Valeri ha toccato più palloni di Ronaldo, che si vedeva che era scazzatissimo e che avrebbe preferito andare a cena con Messi piuttosto che giocare ‘sta partita.

Tutto a favore del Milan, che ha giocato la sua gara senza strafare. Due tiri da fuori (a me Rebic che fa ‘sti gol e nemmeno esulta, come se fossero la cosa più normale del mondo, mi fa morire!) e un calcio piazzato… forse anche per questo il risultato fa godere ancora di più i tifosi rossoneri.

Come avevo già scritto in precedenza, avrei firmato per un pari che però non sarebbe servito molto al Milan per qualificarsi in Champions League. Invece, secondo le più rosee aspettative si è realizzato questo risultato che lo favorisce anche negli scontri diretti con la Juve.

Vabbè, godiamoci questa settimana di festeggiamenti – il Torino è vicino – e di sfotto contro gli juventini – io non mi sono risparmiata: erano anni che aspettavo e in silenzio incassavo. A ‘sto giro mi sono divertita io! Eccheccavolo!

Un mio amico juventino lunedì mattina mi ha pure telefonato per discutere della partita:

“Ma che fai, chiami pure?! Non ti è bastata l’umiliazione di ieri sera?”

“Sono sportivo”

“E da quando: da oggi?!”

Poi è iniziata una corona di lamentele su allenatore, presidente, direttore sportivo… Io ascoltavo e sogghignavo da me e me.

Milan sullo scivolo dell’Aquafan

Ho fatto passare qualche giorno per metabolizzare lo scivolone di lunedì. Uno scivolone che ha fatto scivolare il Milan dal secondo al quinto posto. E noi ingenui che un po’ ci avevamo anche creduto di un campionato in vetta!

Certo – se devo essere sincera – ho sempre paragonato il cammino dei rossoneri a un acrobata che resta appeso al trapezio: prima con due mani, poi con una e infine con quattro dita. Una situazione precaria che poteva precipitare da un momento all’altro. E così è stato. Non è pessimismo, ma realismo… vedendo le sue ultime partite giocate. Perché a Roma con la Lazio ci sta di perdere – anche se in un punticino ci speravo – ma non si buttano punti in casa col Sassuolo. Non lo fa una squadra che punta alla Champions League.

Si scivolaa

E ora sono arrivate tutte: Atalanta, Napoli, Juventus… la Lazio a pochi passi. Un assembramento che farebbe venire la pelle d’oca a Conte, Giuseppe. Per questo si fanno calcoli anche sugli scontri diretti: il Milan ne deve giocare due, con Juventus e Atalanta… non certo due passeggiate di salute.

Con un mio amico milanista ieri si facevano calcoli e alla fine l’obiettivo è quello di prendere almeno un punto con la Juve e di non perderne con Benevento, Torino e Cagliari… ché giocheranno alla morte perché si devono salvare.

Va bè vedremo, l’importante è che si fermi la discesa, ché nemmeno fosse salito sullo scivolo dell’Aquafan di Riccione andrebbe così veloce, soprattutto perché sarebbe un vero peccato: da campione d’inverno e fuori dalla Champions… Non so nemmeno se sia mai accaduto nel campionato italiano!

Oramai, siamo nati per soffrire.

Si fa presto a dire Superlega

In questi giorni non si è parlato d’altro. Nel mondo social, e non solo, ha persino fatto dimenticare per qualche giorno la pandemia. La Superlega ha tenuto banco e tutti hanno detto la loro. E’ giusta? Non è giusta? Favorisce solo i grandi club? Ammazza definitivamente il calcio? Porta soldi alle Grandi indebitate?

Il gioco del pallone è dei tifosi – quei finti luoghi comuni che potremmo accoppiare con il nuovo è uno sport completo, il parquet è bello ma si rovina subito, il nero sfina. Il calcio è di chi ci mette i soldi e di chi paga, se non fosse così non si andrebbe a giocare la finale di Coppa Italia tra le dune del deserto arabico. Si giocherebbe al massimo tra le dune del Gargano. E invece si va a fare spettacolo e a intrattenere chi paga di più! Come d’altronde è sempre stato. Giusta o sbagliata non entro nel merito, posso solo dire che le 3 italiane (Inter, Milan e Juve) considerando come giocano in Europa, non avrebbero fatto una bella figura. Insomma avrebbero rischiato di essere il Crotone e il Parma dei ricchi.

Comunque… Superlega, Super-Torneo a 12 squadre o SuperPippo (come preferite) oramai è tutto finito – forse per il momento – ma questa proposta è durata meno di 48 ore, poi come un pallone bucato si è tutto sgonfiato, con i 12 apostoli che hanno abbandonato, uno dopo l’altro, il gruppo degli eletti. Una moria che nemmeno in Dieci piccoli indiani di Agatha Christie.

Leggendo qua e là ho avuto la sensazione di quando si organizzano le cene di classe dopo anni dal diploma.

“Dài, organizziamo una cena!”

“Sì, figo… io ci sono”

“Anche io!”

E poi il giorno fissato non ci va nessuno.

In tutto questo qualcosa di buono ne è uscito, un nuovo insulto per gli uomini: “Sei durato meno della Superlega“. Se vi dovessero dire così, preoccupatevi! E mi raccomando, non chiamate Andrea Agnelli.

Milan, esaltarsi con cautela

Sono stata indecisa fino all’ultimo: scrivo, non scrivo? Porterò sfortuna? E’ meglio che stia zitta zitta… però due righe sul Milan mi andava di scriverle. Dopo anni e anni di sconfitte, gioco brutto e delusioni, finalmente guardarlo giocare è divertente, non è più una sofferenza. Potremmo dire che dal 2020 si salva solo il Milan. Andrà come andrà, ma è bello finché dura. C’è gioco, la difesa è solida, segna anche senza Ibra. E’ una squadra! Nessuno si illude, ovviamente, è ancora troppo presto ma ci si gode il momento in silenzio, partita dopo partita. Senza esaltarsi troppo, profilo basso e 0 aspettative (almeno per ora).

Esultare con moderazione

Va detto che gli sfottitori non danno più segni di vita. Il mio amico juventino è un po’ che non si fa sentire, allora l’altro giorno l’ho cercato io.

  • Be’, ora che non sei più primo, sei sparito?!
  • Già canti? Se non avessimo pareggiato con la Lazio, saremmo già partiti!
  • Non canto. Mi godo solo il momento. Tanto non vinceremo nulla.
  • Se bloccano il campionato, poi le cose cambiano. Stai serena!
  • Io magno tranquilla, sempre!