Il brutto gioco dell’InterNazionale… ma è in buona compagnia

Lungi da me difendere la Nazionale (sono anni la guardo con 0 entusiasmo) ma due parole – anche se non richieste – le voglio dire. La stampa calciofila nel giro di 24 ore è passata da esaltare una squadra scarsa (diciamolo!) che contro la Spagna poteva vincere e fare la partita – avessi avuto ieri la metà del loro ottimismo mi sarei giocata la vittoria del torneo – a picchiare duro dopo la prestazione di ieri sera, dando la colpa a tutto il mondo del calcio, alle società… fino ai due ragazzini che giocano a pallone dietro casa mia!

Ma andiamo con ordine. La Nazionale è dal 2006 che non gioca una partita decente, forse qualcuna ce n’è stata durate gli Europei del 2012 (ricordo la vittoria contro la Germania, quando avevamo una vera punta: Balotelli), ma sennò sempre poca roba. Il famoso cambio generazionale non c’è stato. È inutile dare la colpa a questo o quello: se i calciatori giovani bravi non ci sono… non ci sono. Questa è la generazione dell’atletica, del tennis e della pallavolo, non del calcio. Facciamocene una ragione.

Detto questo e guardando con pena le brutte partite (anche quella contro l’Albania onestamente non era stata un granché) va ricordato che l’Italia ha vinto gli scorsi Europei. Ci sono tante altre nazionali che sono a bocca asciutta da anni o non hanno mai vinto nulla. Nazionali che sono da secoli LE FAVORITE e che hanno nella rosa grandi campioni e poi sistematicamente tornano a casa sempre a mani vuote. Penso all’Inghilterra, al Belgio o all’Olanda. Oh, io a memoria non gli ho mai visto alzare un trofeo. E non sono giovanissima. Ma poi, lo avete visto come giocano gli inglesi?! So 40 anni che fanno sempre la stessa partita. Boh! E il Belgio, con lo squadrone di super fenomeni dal valore inestimabile?! Chissà se poi hanno vinto qualcosa!

Questo certo non è una consolazione, ma ad oggi l’Italia è questa. E’ così da 15 anni – c’è poco da sorprendersi – e nonostante tutto un trofeo importante (grazie a un miracolo, altrimenti non si spiega!) lo ha vinto. Quindi meno esaltazione dopo una partita decente e meno distruzione dopo quelle pessime. Perché oramai la Nazionale che viceva e faceva innamorare gli italiani non c’è più. Magari tornerà più avanti, ma non nel breve periodo.

Il mio rapporto difficile con la Nazionale

Lo ammetto: non sono una fan sfegatata della Nazionale italiana. Soprattutto dopo il 2006. Non c’è stata una squadra che mi ha convinto e fatto tifare con entusiasmo. Forse un po’ l’Italia di Prandelli nell’Europeo del 2012 con Mario Balotelli in attacco. Per il resto, poca roba.

Io sono una tifosa di calcio tutto l’anno, non solo quando gioca la Nazionale, come la maggior parte dei tifosi occasionali: una razza che odio decisamente! Come più volte ho ribadito. Inoltre se ho passato tutto l’anno a “odiare” Chiellini… non ce la faccio a farlo diventare il mio idolo solo perché indossa la maglia azzurra. Mi successe la stessa cosa nel 2002 con Del Piero.

L’Italia di Conte l’ho proprio schifata, quella di Ventura… lasciamo stare! Evitiamo di ricordare.

Quella che si accinge a giocare Euro 2020 non la sento mia. Non c’è un giocatore che stimo particolarmente. Non c’è un giocatore che la rappresenta. Un leader indiscusso pronto a trascinare la squadra, a mettersela sulle spalle – come dicono quelli bravi.

Foto ufficiale della FIGC, presa via Twitter

Non è l’Italia di Paolo Rossi

Non è l’Italia di Toto Schillaci

Non è l’Italia di Roberto Baggio

Non è l’Italia di Totti e Del Piero

E’ una squadra, secondo la mia modesta opinione di gregari… potrebbe (e me lo auguro) diventare l’Italia di Nicolò Barella o di Marco Verratti. Staremo a vedere!

Per ora è l’Italia di Roberto Mancini.

Comunque, aspetto l’inizio degli Europei con curiosità, ma non certo in trepidante attesa. Va be’ per entrare in clima, vado a ricercare nell’armadio l’unica maglia azzurra che ho. E’ di Balotelli (perdonatemi). L’ho comprata nel 2014 quando contavo molto su di lui.

Avevo scritto pure un post su questa maglia https://colpoditacco.me/2014/06/06/alcuni-giocatori-non-li-trovi-nemmeno-sulle-bancarelle/