“Storie di tifosi dipendenti dai sogni”… ci sono anch’io

Avrei voluto raccontarvi tante volte i miei “due incontri” con Sebastian Frey. Quando, adolescente, gli diedi la caccia come un cane molecolare per mezza Umbria.
Al mio posto, lo fa il giornalista Simone Togna nel libro “Storie di tifosi dipendenti dai sogni” (Urbone Publishing).
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Il libro raccoglie 30 storie di tifosi e di calcio. Storie di persone vere, che amano questo sport e senza le quali non ci sarebbe nessun divertimento né passione.  Tra queste c’è anche la mia, in cui racconto come sono riuscita a incontrare Frey. E ce l’ho fatta per ben due volte!
Questo è un estratto del libro, la parte che mi riguarda:

 

Agnese è la dimostrazione, l’ennesima a dire il vero, di come anche le “donne sappiano parlare di calcio”. E’ questo infatti il motto del suo blog, “colpo di tacco”, dove esprime liberamente i propri pensieri legati al mondo del pallone, con un tocco chiaramente femminile…

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Sono io, credetemi, ma ho un’espressione orribile (forse a causa dell’emozione) quindi mi sono coperta

“Il primo incontro con Sebastian è stato dei più classici, fuori dall’hotel in cui l’Inter alloggiava: gli strappai un autografo e un bacio sulla guancia e tornai a casa tutta contenta. La particolarità è stata che il tutto avvenne per caso. Avevo cercato l’albergo senza riuscirci per mesi, poi una mia amica che passeggiava in paese alle porte di Perugia, notò il pullman dei nerazzurri proprio mentre stava parcheggiando, così mi chiamò subito e io mi precipitai, fortunatamente con successo, alla ricerca del mio idolo – racconta fieramente la creatrice di colpo di tacco -. Poi nel 2003, quando Frey si trasferì al Parma, venni a sapere che i ducali sarebbero dovuti andare in ritiro a Gubbio e anche allora il caso mi diede una mano, perché io non avevo la minima idea di dove alloggiasse di preciso il team e di come poter quindi imbattermi nel mio calciatore preferito. Ma poi, una volta a pranzo con una mia amica in un ristorante, mentre le stavo raccontando di come fossi disposta a tutto per poter rivedere Frey, perché la cotta non mi era ancora passata, due ragazzette vicine al nostro tavolo, dopo aver ascoltato il mio desiderio si voltarono verso di noi e ci snocciolarono tutte le dritte necessarie per vedere l’allenamento della squadra. Così il giorno seguente insieme ad altri due amici, che costrinsi a seguirmi, mi recai al campo indicato e dopo diversi incoraggiamenti avvicinai Frey, scattammo una foto insieme, mi firmò la sua maglia e io mi tolsi nuovamente una gran bella soddisfazione”.

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32 pensieri su ““Storie di tifosi dipendenti dai sogni”… ci sono anch’io

  1. “… e dopo diversi incoraggiamenti avvicinai Frey, scattammo una foto insieme, mi firmò la sua maglia e io mi tolsi nuovamente la mia rimanendo nuda, una gran bella soddisfazione”.

  2. Forte! Però è bello realizzare i propri sogni.
    Io ho corso dietro Gigi Riva per mezza Italia, e gli correrei ancora dietro 😉 🙂

  3. Io finirò solo su qualche enciclopedia medica….. “L’uomo con più patologie invalidanti….”
    Sono nato per i record, sono soddisfazioni anche queste.

    Articoli sui giornali, protagonista di un libro, interviste radiofoniche, ti manca solo la televisione. Ti vedrei bene come meteorina, a quando un “colloquio” ad Arcore dal tuo presidente?

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