Le donne “oggetto” nel mondo del pallone

Diversi mi hanno chiesto cosa ne pensassi della brutta vicenda accaduta a Greta Beccaglia, palpeggiata fuori dallo stadio dopo Empoli-Fiorentina, la scorsa giornata di campionato. Penso che sia una roba schifosa, come lo sarebbe in un autobus, in giro per la strada, in spiaggia, al cinema, al ristorante, in farmacia e dal parrucchiere. Insomma, in qualsiasi posto accadesse. Tutti ci siamo indignati – giustamente – con il collega (Greta – come ha scritto Selvaggia Lucarelli – non è una giornalista, non è iscritta a nessun albo. Questo ovviamente non cambia le cose) che da studio minimizzava l’accaduto. “Non te la prendere!“: come se avesse preso un brutto voto a scuola o le avessero tirato di capelli. Mi chiedo cosa avrebbe detto se fosse successo a sua figlia, sorella o compagna!

Tutta questa vicenda mi ha comunque fatto riflettere – ammetto di averci spesso pensato – sul ruolo delle donne nei programmi sportivi e nel mondo del calcio in generale. Un mondo a dir poco maschilista. A partire dai gruppi di fantacalcio (parlo per esperienza), primo gradino di una lunga scala popolata solo da maschi. Le donne nel pallone devono essere belle, ammiccanti e fare da cornice al presentatore/giornalista di turno. Ci sono casi in cui bellezza e professionalità si sono unite (questo va detto), ma è inutile essere ipocriti… la prerogativa maggiore è essere fighe! Una donna poco attraente come può esserlo un Enrico Varriale, un Paolo Paganini, un Sandro Piccinini o un Pierluigi Pardo (per i miei gusti, ovviamente) non andrebbe mai in onda su programmi locali o nazionali. Non sarebbe un decoro adeguato! Chi la vorrebbe vedere una ragazza in sovrappeso come Pardo?! (si scherza, Pierluigi!)

Megara è veramente sexy

Da giornalista e da donna che ama e segue il calcio trovo che già tutto questo sia una sorta di molestia da remoto. Le donne sono relegate – se non in rarissimi casi (penso a Ilaria D’Amico o Simona Rolandi. Ovviamente anche loro bellissime!) – ad arredare lo studio, a leggere quelle 4 cose da copione e ad attirare i telespettatori uomini che, insieme al pallone, vogliono vedere l’altra cosa che amano tanto tanto. E non la pizza!

Quindi, quello che è successo a Greta è schifoso e odioso, ma il problema, a mio avviso, sta a monte. E non solo nel mondo del calcio. Come viene rappresentata la donna in questi scenari pallonari – in particolare nelle tivù locali – non è molto lontano da un oggetto, da una pianta, da uno sgabello. E quindi, perché non dargli una bella pacca fuori da uno stadio, dopotutto è solo un gesto goliardico. Come quando si schiaccia il 5 con un cartello stradale. C’è quindi un modo per cambiare le cose?! Forse. Ma onestamente è una cosa che vedo molto difficile. In primis va cambiata la testa e l’educazione di molti uomini. In tutti gli ambiti della vita!

Detto questo… quasi quasi vado a fare un provino per un programma sportivo… voglio vedere se mi prendono a lavorare, viste le mie competenze e la mia scarsa avvenenza!

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5 pensieri su “Le donne “oggetto” nel mondo del pallone

  1. COndivido il tuo pensiero ovviamente. Non so se hai letto anche l’articolo di Natalia Aspesi indignato ma non incarognito. Ma questi apprescindere sono j tempi delle gogne mediatiche. So che sul fatto è stata fatta una denuncia per violenza sensuale. Un gesto pessimo ma… ma da chi ha subito davvero violenza tutto questo è davvero avvilente.
    Grazie del tuo pensiero.

  2. Lascio la polemica perchè se ne è parlato abbondantemente.
    voglio solo dire che comunque gli uomini devono cambiare cervello, le madri degli uomini possono fare molto fin dalla più tenera età, e vanno cambiate le regole del bel vedere in Tv.

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